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Sinner vs Alcaraz: racchette e corde dei due fenomeni a confronto

Nella finale dell’esibizione dei Sei Re – il Six Kings Slam – re Jannik IV ha battuto re Carlos VI. I numeri romani sono lì più che altro per fare scena, ma già che c’eravamo abbiamo scelto quelli che contano l’ultimo torneo del Grande Slam vinto da ognuno dei due, il quarto per Sinner e il sesto per Carlos. “Grande” è necessario per evitare che un neo-appassionato capiti qua dicendo, “allora il Six Kings Slam è il suo quinto Slam?” con le immaginabili conseguenze. Che poi Jannik ha vinto a Riad pure l’anno scorso, quindi… Però, perché tornare a quel loro confronto che non conta e non è contato e nemmeno è l’ultimo in ordine di tempo? Il motivo sarà presto svelato, questione di poche righe. Enter il Direttore Ci avranno messo del loro anche le condizioni indoor condite con un po’ di altitudine, ma, diceva Carlos, “quando Jannik gioca a un livello così alto, con quel ritmo, diventa difficilissimo, non lascia spazio all’avversario per entrare nel match”. Tanto più se l’azzurro ha avuto modo di confrontarsi con il direttore Scanagatta sull’abilità del gioco di volo (chiariamo che Ubaldo partiva naturalmente avvantaggiato in quella sfida perché da sempre per qualsiasi colpo usa la continental, appunto l’impugnatura ideale per le volée). Addentrandoci così a grandi balzi nelle questioni tecniche pur rimanendo distanti dal “livello nerd”, approfittiamo della presenza a Riad del Direttore di Ubitennis perché, tra la mastodontica quantità di materiale di cui ci ha sommersi in quei pochi giorni, ci sono interessanti informazioni di prima mano sugli attrezzi usati dai due finalisti. Parliamo allora di racchette e soprattutto di corde, vale a dire la parte dello strumento che effettivamente colpisce sempre la palla. Idealmente sempre: ogni tanto tocca al telaio, ma solo perché “la palla è schizzata sulla riga, il vento l’ha spostata, il sole negli occhi, le locuste”. La racchetta e le corde di Alcaraz Cominciamo con lo spagnolo classe 2003, il cui attrezzo, una Babolat Pure Aero (o commercializzata come tale), ha un ovale di 98 pollici quadrati e pesa 305 grammi non incordata, come del resto sappiamo per aver letto delle prove fatte da Carlos insieme al suo team durante la scorsa off season che lo hanno portato a decidere per un’aggiunta di cinque grammi di nastro di piombo. E neanche ci siamo persi l’articolo su swingweight e tendenza verso attrezzi più leggeri: “Il gioco è diventato talmente veloce che la maneggevolezza e la rapidità del movimento hanno superato l’importanza del peso”. Tuttavia, il peso continua a rivestire un certo… peso quando ti regalano una racchetta d’oro. Il manico è un L4, relativamente grande, soprattutto ora che molti optano per misure inferiori abbandonando la vecchia regola per cui, impugnando con la eastern di dritto, dovrebbero rimanere 0,5-0,9 millimetri di spazio tra la punta dell’anulare e l’eminenza tenar (la parte