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Sinner che numeri. Un anno da fenomeno (Cocchi). Matteo e Flavio, vita da tennis (Cocchi)

Sinner che numeri. Un anno da fenomeno (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport) La stagione dei big si è ufficialmente chiusa. La classifica dice che il numero 1 al mondo è Carlos Alcaraz, con il nostro Jannik Sinner a tallonarlo al secondo posto. Si sono rincorsi tutto l’anno dividendosi il mondo: due Slam a testa, il primato di fine anno allo spagnolo e l’ultimo torneo, le Finals, all’italiano. Sinner sta completando gli ultimi giorni di vacanza tra Maldive, il luogo più frequentato dai tennis, e casa. Ma la settimana prossima volerà a Dubai per iniziare la preparazione del 2026. Corre veloce il tennis, e Jannik lo sa: il 10 gennaio sarà in campo per la prima esibizione in Sud Corea proprio contro il rivale Alcaraz: sarà quello un primo test per capire su cosa si giocherà la sfida della prossima stagione. Numeri. L’allievo di Simone Vagnozzi e Darren Cahill (che resterà anche la prossima stagione) partirà da due punti fermi: servizio e risposta. Nonostante sia rimasto fermo tre mesi per la ben nota squalifica concordata con la Wada a seguito del caso Clostebol, Sinner ha chiuso il 2025 con una statistica che fa strabuzzare gli occhi e, tanto per cambiare, lo proietta nell’Olimpo della racchetta. Jannik infatti è il primo giocatore, da quando vengono calcolate le statistiche Atp, ovvero dal 1991, a chiudere l’anno con la miglior percentuale di game vinti al servizio, 92% (davanti a Fritz, Perricard, Djokovic e Opelka), e contemporaneamente quello con la migliore percentuale di game vinti in risposta,32,63%(seguito da Alcaraz, DeMinaur, Cerundolo e Baez). La battuta è stata la chiave della seconda parte della stagione. Dopo le difficoltà allo Us Open, dove l’altoatesino era comunque arrivato in condizioni fisiche non eccellenti a seguito dell’influenza che lo aveva colpito poco prima della finale di Cincinnati con Alcaraz, insieme a Vagnozzi si sono messi a lavorare duramente sulla battuta. Lo ha spiegato lo stesso tecnico italiano: «Il movimento al servizio è stato cambiato un giorno prima di arrivare in Cina».Lì il numero 2 al mondo ha subito mostrato come il lavoro fosse stato assimilato al meglio e consolidato nel tempo, fino alla conferma nella settimana delle Atp Finals di Torino, conclusa con il trionfo: «Dopo lo Us Open abbiamo visto alcuni problemi, soprattutto sul servizio– ha spiegato il tecnico italiano che si avvia verso il quarto anno di collaborazione con Sinner-. È stato modificato un po’ il movimento. Abbiamo cambiato il ritmo. E Jannik ha servito molto bene da Shanghai in poi».L’attitudine al lavoro è da sempre il tratto distintivo dell’azzurro che ha ricoperto la posizione di numero 1 al mondo per 66 settimane, di cui 65 consecutive: «Siamo fortunati ad avere un Sinner che migliora molto velocemente, che capisce rapidamente i cambiamenti e tutto il resto-ha proseguito Vagnozzi che ha già in mente su cosa focalizzare le attenzioni per l’inizio del 2026-.Io amo più costruire c